di Francesca Ricci.
Guarda alla scuola italiana, una scuola inclusiva, che non lascia indietro, né fuori, nessuno.
Una scuola che è base per la coesione sociale, per l’educazione, l’integrazione, lo sviluppo – il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel suo intervento all’Esecutivo nazionale riunito oggi pomeriggio a Fiuggi.
Solo la scuola pubblica può fare l’integrazione che ha fatto – aggiunge Turi – non che dovrà fare, in un futuro da immaginare, quella che ha fatto già.
E’ guardando a questo modello di scuola – spiega Turi, ricordando la giornata Mondiale dei Rifugiati – che possiamo superare la vocazione in atto alla separazione, agli elenchi, al censimento.
Concordiamo con il ministro Bussetti: le scuole vanno aperte e non chiuse – sottolinea il segretario Uil.
Ogni scuola che chiude è un danno per la società, ma attenzione a non finalizzare le risorse dello Stato verso quelle paritarie a discapito di quelle statali.
Bisogna evitare – aggiunge Turi ricordando Piero Calamandrei, che per fare vivere le scuole private si mandi in malore quella statale.
Rimettiamo in ordine le questioni – continua Turi – la scuola della Costituzione, quella di tutti e di ognuno, svolge una funzione fondamentale per il futuro del Paese. Quelle private, rispondono ad un servizio a domanda individualizzata, vanno garantite ‘senza oneri per lo Stato’, che può intervenire quando l’offerta formativa, come di fatto avviene per le scuole dell’infanzia, è insufficiente e la Costituzione non ne garantisce la diffusione.
Pensare di spostare soldi pubblici a favore dei privati, invocando la libertà di scelta – ribadisce Turi – aprirebbe la porta ad un modello che nelle intenzioni è quello che proponeva la Buona scuola.
Una sorta di privatizzazione del sapere che risponde a modelli di neo liberismo che ci vede fortemente contrari e ha poco a che fare con il modo di fare scuola statale inclusiva e non esclusiva.